Le ultime scoperte del Dark Energy Survey (DES) suggeriscono che l’Universo continuerà la sua espansione senza limiti, sfidando la teoria del “Big Rip”.
Avviato oltre dieci anni fa, il DES ha intrapreso una missione ambiziosa: mappare l’Universo per svelare il mistero dell’energia oscura, una forza enigmatica che influisce sull’espansione cosmica. Con il contributo di oltre 100 scienziati, i dati raccolti sono stati recentemente presentati al 243º incontro dell’American Astronomical Society a New Orleans. Le analisi confermano che l’Universo proseguirà la sua crescita accelerata, riducendo la probabilità di un collasso cosmico come prospettato dalla teoria del “Big Rip”.
Energia oscura: un enigma cosmico
L’energia oscura rappresenta quasi il 70% dell’Universo visibile, ma la sua essenza rimane avvolta nel mistero. Nonostante ciò, il suo effetto è evidente: agisce come una forza che accelera l’espansione cosmica. Le ultime scoperte forniscono un’opportunità unica per testare le ipotesi legate alla costante cosmologica, una teoria introdotta da Albert Einstein nel 1917 per spiegare un Universo statico. Sebbene Einstein abbandonò successivamente questa idea, la scoperta dell’espansione accelerata ha riportato la costante cosmologica al centro della cosmologia moderna.
Se considerata con un valore positivo, la costante cosmologica potrebbe spiegare l’energia oscura e il suo ruolo nell’espansione cosmica. I dati del DES rappresentano un passo cruciale nella comprensione di questa forza, grazie alla misurazione del parametro “w”, noto come l’equazione di stato dell’energia oscura. Questo parametro descrive il rapporto tra pressione e densità energetica di una sostanza, fornendo indizi sul comportamento dell’energia oscura nell’Universo.
Sfide alle previsioni
Le teorie attuali prevedono che il valore di “w” sia -1, ipotesi che confermerebbe che l’energia oscura sia equivalente alla costante cosmologica. Un valore di -1 implica che una maggiore densità energetica si traduce in una pressione negativa più intensa, generando un’espansione accelerata del cosmo.
Per verificare questa teoria, il DES ha utilizzato le supernove di tipo Ia, eventi stellari che fungono da unità di misura cosmica, permettendo di calcolare distanze enormi. Grazie a tecniche avanzate, il team ha analizzato un campione 20 volte più ampio rispetto agli studi precedenti, ottenendo una stima di “w” pari a -0,8. Sebbene questo valore non coincida esattamente con -1, l’incertezza nelle misurazioni lascia ancora spazio a questa possibilità con una probabilità del 5%.
Verso un futuro di nuove scoperte
Nonostante le significative conquiste, gli scienziati sono consapevoli che ulteriori osservazioni saranno necessarie per ridurre l’incertezza. La misurazione del bosone di Higgs nel 2012, ad esempio, richiese una precisione estremamente elevata con una probabilità di errore di uno su un milione.
Le nuove analisi del DES sembrano escludere i modelli più estremi del “Big Rip”, secondo i quali l’Universo si espanderebbe a velocità sempre maggiori, portando alla distruzione di galassie, pianeti e persino dello spazio-tempo. Le tecniche sviluppate dal team DES si dimostrano promettenti e saranno utilizzate per progetti futuri, come la missione Euclid dell’ESA, lanciata nel 2023, e le osservazioni dell’Osservatorio Vera Rubin in Cile.
Questi telescopi di nuova generazione offriranno una capacità senza precedenti di osservare il cielo, consentendo di scoprire migliaia di nuove supernove. Tali osservazioni contribuiranno a migliorare le misurazioni dell’equazione di stato e ad approfondire la comprensione dell’energia oscura, svelando ulteriori dettagli su questa forza misteriosa e sul destino dell’Universo.